Adattarsi ai nuovi sistemi di ricerca online per il 2020
Lettura in: 7 minuti | I siti web devono ormai soddisfare requisiti specifici stabiliti da motori di ricerca come Google, ed è qui che la strategia SEO del 2020 diventa molto importante.
Lettura in: 7 minuti | I siti web devono ormai soddisfare requisiti specifici stabiliti da motori di ricerca come Google, ed è qui che la strategia SEO del 2020 diventa molto importante.
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Come fa un blogger o imprenditore a capire cosa deve fare per essere più visibile su internet?
Di solito ci si rivolge ad una agenzia web oppure ad un consulente SEO. L’obiettivo è quello di portare più persone sul proprio sito web o sugli articoli che scrivi.
Sia l’agenzia che il consulente ti risponderanno che devi migliorare il posizionamento del tuo sito. Cioè, devi “apparire nelle prime pagine di Google” o “fare pubblicità online”.
Ma in cosa consiste l’attività di posizionamento sui motori di ricerca ? E cosa significa SEO?
In parte è vero! Significa essere posizionati tra i primi per determinate ricerche. Per fare questo sono necessarie delle attività tecniche.
In verità Search Engine Optimization (SEO) è una materia talmente complessa che fra gli addetti ai lavori non ci si accorda nemmeno sul genere dell’acronimo che molti citano al maschile (il SEO) e altri al femminile (la SEO). Io preferisco quest’ultima.
Ma lasciamo stare gli aspetti tecnici e le varie teorie di posizionamento e torniamo, ad esempio, al vero obiettivo dell’imprenditore.
La vera sfida è posizionarsi per primo nella mente di un potenziale cliente nel suo ambito di interesse o per uno specifico argomento.
Apparentemente questo potrebbe sembrare fuori luogo, invece non lo è.
La SEO è una conseguenza del posizionamento di mercato
Strano?
Per spiegare questa fondamentale relazione dobbiamo comprendere cosa c’è dietro ad un motore di ricerca.
L’evoluzione dei motori di ricerca
I motori di ricerca, ad esempio Google, sono in continua evoluzione.
Ciò avviene grazie a investimenti ed esperimenti anche in ambiti diversi dai motori di ricerca. Un piccolo esempio è l’evoluzione dei traduttori di lingua.
Fino a metà del 2014 il traduttore di Google traduceva le frasi con parole che erano grammaticalmente corrette. Oggi, se la parola ha errori di ortografia, il traduttore la corregge in autonomia e la traduce. Il motore di ricerca ora fa la stessa cosa. Prima ha imparato la lingua (dal traduttore) e poi te la suggerisce.
Un altro esempio sono gli strumenti di interazione vocali con Alexa o Google Home, o più semplicemente gli assistenti vocali come Siri (per iPhone) e Google Assistant (per Android), oppure Bixby per Samsung. Con questa tecnologia la ricerca è diventata “vocale” anziché “testuale”.
Sia Google che Amazon mettono a disposizione gli strumenti di sviluppo per l’integrazione dei sistemi vocali come Polly (per Amazon) e Google Speech (per Google). L’obiettivo è quello di alimentare con più esempi possibili le loro “learning machines” al fine di evolvere i loro strumenti.
Ora accade che il motore di ricerca “comprende” quello che intendi dire e procede proponendoti dei contenuti coerenti.
Google utilizza anche altri strumenti come RankBrain che aiuta google a relazionare meglio le pagine web agli argomenti attraverso degli algoritmi di ordinamento. E’ uno strumento che usa Google usa per classificare le pagine ai concetti.
A cosa sta portando questa evoluzione?
Se dico (o scrivo) quella cosa con le foglie e le radici, rendo subito l’idea di cosa sto parlando.
Il motore di ricerca non solo comprende le parole che scrivo o di cosa sto parlando, ma anche l’intento.
Un esempio: se sei al pc e dici “chiudi la finestra” stai probabilmente dicendo a qualcuno di chiudere il browser. Se sei a casa a riposare e dici “chiudi la finestra” probabilmente vuoi chiudere la finestra perché hai freddo. Noi umani possiamo riconoscere l’intento basato sul contesto e diamo una risposta pertinente.
Google non sempre ne è capace, ma cerca di emulare quel comportamento all’interno del motore di ricerca.
L’intento di ricerca è l’obiettivo finale di una data ricerca sul web.
Ma torniamo alla SEO
Quali sono gli investimenti che un imprenditore dovrebbe fare per un posizionamento sui motori di ricerca? E per un posizionamento di mercato?
Se parliamo di SEO intendiamo almeno l’architettura di un sito, il contenuto e la strategia.
Quando si parla di SEO si implica il collegamento tra i contenuti che noi produciamo e ciò le persone che cercano in rete (o di cui mostrano i bisogni).
Se i contenuti che proponiamo sono pertinenti alle ricerche, allora saremo più vicini agli utenti che cercano quegli argomenti.
Il testo, infatti, è il primo segnale che il motore di ricerca usa per capire di cosa si “parla” in una pagina.
Bisogna anche dire che esistono ancora delle “difficoltà” nella comprensione dei testi, anche in lingua italiana. Ad esempio nella punteggiatura.
Questo perché molto spesso la punteggiatura sembra rivelare un uso diverso a seconda delle modalità espressive e ovviamente delle lingue. Dire “vado a mangiare mamma” è diverso da “vado a mangiare, mamma”.
L’evoluzione nella comprensione anche di queste dinamiche semantiche è tale da aver raggiunto il 95% di attendibilità nella lingua inglese. Per il futuro quindi, speriamo di non dover omettere più le virgole o punti solo per agevolare la lettura ai motori di ricerca.
I benefici del Neural Matching
La SEO e il campo della scienza dei dati si avvicinano sempre di più.
Google ha fatto un passo avanti introducendo un algoritmo basato su una rete neurale convoluzionale per comprendere meglio le intenzioni degli utenti. Ciò avviene analizzando una serie di informazioni come età, genere, ricerche, lingua e così via. Ma su questo torneremo tra un attimo…
Cos’è la corrispondenza neurale?
Coprendo il 30% delle query di ricerca, l’algoritmo di corrispondenza neurale mira a abbinare query di ricerca e pagine Web. Questo metodo collega le parole ai concetti.
Poiché la ricerca vocale sembra essere il prossimo modo di utilizzare la ricerca negli anni a venire, essere in grado di comprendere meglio i concetti è importante per l’esperienza utente di Google.
Il Neural Matching aiuta il motore di ricerca a tenere insieme le query per definire gli ambiti di ricerca.
Quindi oggi non si arriva più per primi per una specifica chiave di ricerca.
Al momento chi scrive i contenuti è addestrato a orientare i contenuti alle query di ricerca. Gli stessi piani editoriali sono basati su una serie di query di ricerche. L’obiettivo unico è migliorare il posizionamento sui motori.
Se come abbiamo capito i motori si sono evoluti, il vero obiettivo deve essere quello di migliorare la nostra comunicazione. In questo modo il motore capisce meglio e noi arriviamo al nostro pubblico di riferimento.
Il 30% delle query che vengono prodotte ogni giorno sono nuove, ovvero, sono chiavi di ricerca che non sono mai state fatte prima. Anche gli umani quindi iniziano a esprimersi più naturalmente nei confronti dei sistemi.
Capire a chi ci stiamo rivolgendo
Fino ad ora abbiamo comunicato in una lingua diversa. Con l’obiettivo di posizionarci per primi sui motori di ricerca, abbiamo cercato di comunicare con Google. I siti che sono meglio posizionati nel tempo, hanno quindi ottenuto una maggiore autorevolezza.
Ora ci si sta spostando dall’autorevolezza alla rilevanza dei contenuti.
La rilevanza è più orientata all’adeguatezza per un determinato pubblico di un determinato contenuto.
In sintesi, la combinazione perfetta per una buona SEO e un buon posizionamento di mercato è:
Contenuto e esperienza utente
Per contenuto si intende un buon testo, video, immagini, podcast. Ovvero tutto ciò che noi umani percepiamo come “materiale utile a capire”.
Molti si chiedono se le immagini postate su Instagram aumentano o meno il ranking. Al momento la risposta è no. Tuttavia, se contestualizzate e fatte bene, quelle immagini aiutano indirettamente il posizionamento di mercato. E come ho affermato all’inizio, questo aiuta a posizionarsi prima nella mente del potenziale cliente.
I fattori di posizionamento SEO sono quindi:
Le immagini, i video e i podcast aumentano l’usabilità e fruizione delle pagine per un semplice motivo: offrono canali diversi di fruizione dello stesso messaggio o contenuto.
La conseguenza più ovvia è che i visitatori possono scegliere il modo migliore di fruire del contenuto ed hanno un’esperienza utente migliore.
In termini di misurazione della rilevanza da parte dei motori di ricerca, avviene quanto segue:
Analisi del comportamento degli utenti
Come fa Google a capire se le pagine o i siti che visitiamo sono rilevanti?
Questo è un argomento molto complesso ma abbastanza comprensibile nel normale comportamento quotidiano.
Un esempio: oltre al motore di ricerca e degli algoritmi, Google dispone di due strumenti: Chrome e Android. Quegli strumenti che utilizziamo naturalmente tutti i giorni.
L’uso di questi software consente –implicitamente- a Google di rilevare dati a campione (non sensibili) sull’esperienza degli utenti su determinati siti web. Questi siti vengono scelti a campione secondo il fine della valutazione. In questo caso la rilevanza.
Ma cosa registra ?
Le informazioni che forniamo al browser o al sistema operativo ma anche ai siti web che visitiamo sono (ad esempio):
Se si elaborano questi dati (siti web, età, sesso e nazionalità) e si incrociano, emergeranno delle “aree comuni” per le quali possono essere generate delle ipotesi, ad esempio delle ipotesi di pubblico. Un’ipotesi di pubblico è ad esempio:
La verifica delle ipotesi
Cosa c’entra la verifica delle ipotesi con te? Te lo spiego subito.
In ambito statistico l’ipotesi è una congettura. Per verificare questa congettura (o ipotesi) si deve stabilire se un dato “campione” contiene abbastanza evidenze per annullare l’ipotesi.
Facciamola semplice! Facciamo delle ipotesi di esempio.
Se qualcuno visita un sito che parla dei gatti:
A cosa serve tutto questo?
Mettiamo insieme i pezzi come una rete neurale (o quasi)!
La rete di informazioni è fatta di una serie di “pezzi” che sono correlati tra di loro. Queste correlazioni sono fatte in base ad una serie di “ipotesi” e organizzate in algoritmi.
E qui la cosa dovrebbe interessarti di più.
Chi può aiutarti a essere presente in rete e sul mercato?
Chi ti aiuta ad essere presente su internet dispone di una serie di strumenti che sono in grado di:
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Quanto costa fare SEO?
Quanto dovresti pagare per tuoi servizi di SEO?
Tipicamente ci sono 3 tipi di tariffe SEO. Tariffe orarie, che è compreso tra 75 e 200€ all’ora. Mensili, tra 500- 3000 al mese. Per progetto o prestazione che è basato su prezzi che dipendono dal tuo posizionamento.
Per rispondere a questa ed altre domande, abbiamo elaborato una semplice guida articolata sui seguenti argomenti
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Ci sono centinaia di web agency che ci bombardano di e-mail e telefonate ogni genere (ed a qualsiasi ora) con il fine di acquisire un contratto di gestione del sito internet. Così la pazienza di molti ma anche il mercato diventa saturo e ci si disinteressa di qualcosa che, in verità, è molto utile.
“buongiorno, sono della società X e abbiamo notato che la sua attività non è indicizzata su google”, ma forse intendeva dire che “l’attività non è nelle prime pagine di google?” Già perchè indicizzazione e posizionamento sono due cose diverse! Probabilmente il sito è indicizzato ma non ottimizzato. E gli esempi sono tantissimi.
Purtroppo non si tratta di sofismi. Queste VOLUTE ambiguità si trasformano presto in inutili spese di sviluppi software, consulenze e inutili attività a carico di chi –normalmente- si occupa di fare un mestiere diverso, il proprio.
Un esempio di conversazione dove è il cliente a chiedere:” Fate anche voi SEO? Ci portate ai primi posti di Google con le parole chiave? Quanto costa?”
La risposta più naturale: “Si certo! Di cosa si occupa? Che prodotti o servizi avete?
E così si scoprirebbe che si tratta di un artigiano che produce duecento lampadari artigianali e che vorrebbe venderli nel mondo attraverso un ecommerce.
Ora, il cliente:
A) vuole avere un ecommerce
B) lo vuole posizionare (SEO)
fare campagne ecc. ed è disposto a investire: “piatto ricco mi ci ficco” direbbe qualcuno.
Sarebbe facilissimo dare una prospettiva di visite e di vendita tramite un ecommerce, ma la realtà (in questo caso) è che anche se l’ecommerce cresce del 300% annuo ma il 99% degli ecommerce che nascono sono destinati al fallimento! Mentre i primi 15/20 operatori rappresentano il 70% del mercato dell’ecommerce (e i primi 48 arrivano al 90%).
In sintesi, se la prima pagina di Google è la vetrina più ambita e le attività Seo certamente è il mezzo per ottenerla, allora gli operatori Seo dovrebbero essere quei professionisti che in quest’era digitale dovrebbero utilizzare più di tutti il BUON SENSO APPLICATO
In termini matematici la parola “ottimizzare” è usata, nella sua accezione di “semplificare”.
Quindi, quando si intende “ottimizzare” un sito o un blog o un processo di business o di vendita, si deve immaginare, in gran parte, una “semplificazione”.
Si ok! Ma che c’entra con il sito? …è semplice!
In molti pensano che scrivere (dei contenuti di un sito) è una cosa facile facile. E’ una cosa che abbiamo imparato a scuola e che quindi è alla portata di tutti. Non tutti però sanno scrivere una biografia o un racconto letterario! Vale lo stesso concetto per i contenuti di un sito che deve essere “nelle prime pagine di Google”. Sono proprio le “parole” a condizionare il posizionamento sui motori di ricerca. Così come il “comportamento” dei concorrenti, il lavoro effettuato sui social (Facebook, instagram, Snapchat ecc.), la presenza di collegamenti (link) su altri fattori. Ovviamente ci sono anche fattori tecnici…
le tecniche e le strategie per essere visibili online sono molte ma non tutte sono utlizzabili
Alcune sono più efficaci per un determinato settore o attività, altre no. Sapere quali di queste fanno al caso Vostro è possibile (non certo) ma esistono metodi ed esperienze che limitano i fallimenti e agevolano i successi. E poi c’è “il Buon Senso Applicato”…
In questo momento, quando si cerca di fare business con il SEO, Social ecc., più che di confusione si dovrebbe parlare di “speculazione”. Non perchè l’interlocutore (cliente) non capisce ma per reticenza nello spiegare senza ambiguità.
La buona notizia è che un progetto che implica l’uso del Web non può prescindere dalla consulenza di ottime competenze SEO.
Questo perchè Il posizionamento sui motori di ricerca di un sito, portale o blog rimane tutt’oggi una componente fondamentale per un business online che funzioni. Non solo, una attività SEM o di pay per click ed un affiancamento ad attività sui social network è doveroso.
Ne consegue che la scelta di un consulente SEO, da un punto di vista di competenze, diventa un fattore strategico e di vitale importanza.
Un esempio per tutti: ci sono alcune pratiche (trucchetti = “tarocchi”) che servono ad accelerare (temporaneamente) il ranking e la popolarità. Si acquistano pacchetti o servizi di link, si pagano circuiti di “social building”, followers e si fanno delle campagne di pay per click e così il gioco è fatto. Il ranking migliora di qualche posizione, le visite aumentano e così si accrescono aspettative. Dopo un po’ però ci si rende conto che alcune cose non vanno, la frequenza di rimbalzo è alta, le vendite non decollano e dopo il fermo delle campagne PPC tutto ritorna come prima, anzi, alcuni dei link acquistati diventano “tossici” e iniziano a penalizzare il ranking.
Un buon consulente, potrebbe essere in grado di scrivere contenuti (Copywriting) ma anche no. E’ certamente capace di ottimizzare e valorizzare i contenuti. Vi spiegherà che non c’è un modo semplice e veloce per costruire link sani robusti efficaci duraturi, ma che è importante adottare una strategia per “creare valore” attraverso i contenuti, attività social ecc. Chi fa SEO deve saper programmare, deve conoscere le infrastrutture software, i layers dei dati, le reti, deve saper analizzare i dati tecnici e statistici. E’ importante che abbia delle competenze “trasversali” e che disponga di collaboratori ai quali assegnare alcune attività (molte sono anche ripetitive).
Diffidate da chi non vi pone domande ma che vi propone comunque dei preventivi.
Infine, valutate le “conversioni” e imparate il più possibile sul percorso di progetto che intraprenderete e sui metodi. Unitamente alla disponibilità a trasferire il proprio know how da parte del vostro cosulente, saranno queste cose a portare maggior valore aggiunto a voi e alla vostra attività nel tempo.
Lettura in: 2 minuti | A cosa serve la SEO e come si utilizza nel marketing per ottenere più vendite tramite il tuo sito web e ottenere contatti o opportunità.
"COME VENDERE ONLINE NEL 2021", la Guida per Imprenditori